Domande Difficili
16/04/2015 08:32
Le trimestrali in arrivo dagli Usa si stanno per ora confermando un po’ migliori delle attese. Forse gli analisti avevano esagerato nel pessimismo previsionale. Sta di fatto che sul mercato USA si riaffaccia un po’ di fiducia e l’indice SP500 si è riportato a contatto con il lato superiore del triangolo che lo ingabbia da inizio febbraio.
Oggi dovremmo assistere al test di questo importante ostacolo, che, se venisse superato, porterebbe in dote la possibilità di un’accelerazione rialzista di circa 80 punti, con possibile arrivo in zona 2.190.
La giornata di ieri ha però consegnato un altro dato piuttosto significativo. Il prezzo del petrolio, grazie anche alle scorte americane, cresciute meno del previsto, è finalmente riuscito a superare l’ostacolo dei 55 dollari e, uscendo al rialzo dal lungo trading range che occupava da mesi, ha completato un modello di inversione rialzista con obiettivo a quota 66 dollari.
Anche l’euro, sebbene in misura assai meno eclatante, ha dimostrato una certa forza, aiutato dalle parole ottimistiche di Draghi sui segnali di ripresa economica in Europa, ed ha confermato il rimbalzo di martedì scorso, allontanadosi dal supporto di 1,0456, pericolosamente avvicinato ad inizio settimana. Potremmo perciò assistere anche per l’Euro ad una fase di ripresa delle quotazioni.
Il venir meno, almeno in parte, dei due importanti fattori di crescita della competitività europea, potrebbe anche riequilibrare i rapporti di forza tra le borse di Eurozona e quella americana. Il forte gap di performance, tutto a vantaggio delle borse europee, potrebbe riassorbirsi in parte, con un recupero di forza americano ed un’attenuazione degli entusiasmi europei.
Ovviamente tutte queste prospettive al momento sono ancora in fase assai embrionale, alla stregua di pure ipotesi da confermare. Ma inducono a prendere in considerazione l’ipotesi che l’andamento delle borse europee nelle prossime settimane possa essere meno brillante di quelle USA.
Una storia a parte, naturalmente, è quella della borsa cinese, in piena estasi rialzista da aspettative. Nonostante che in questi giorni continuino a fioccare dati che testimoniano il protrarsi del rallentamento dell’economia reale, anzi, forse proprio per questo, la borsa di Shanghai non riesce proprio a stornare ed anche oggi sta mettendo a segno l’ennesimo rialzo verso quota 4.200 dell’indice Shanghai Composite. Gli eccessi sono enormi, ma niente sembra in grado di fermare l’entusiasmo dei trader online cinesi, che stanno vivendo una febbre simile a quella che colpì i loro predecessori occidentali negli anni 1999-2000, ai tempi della bolla della new economy.
In Europa sembra che le acque si stiano un pochino calmando, dopo tanto correre. Ieri è stata una giornata positiva, che ha sostanzialmente recuperato il calo del giorno precedente, ma continuano a crescere i timori di un esito negativo dell’eterno braccio di ferro tra Grecia ed Eurozona. Si susseguono voci che in Germania venga ormai accettata l’ipotesi di default, mentre le speranze di accordo per il finanziamento europeo da 7,2 miliardialla Grecia si fanno sempre più flebili.
Ora si sta già fantasticando su come sarà gestito questo fallimento. Una semplice ristrutturazione del debito senza uscita dall’euro, oppure un vero e proprio abbandono della moneta per tornare alla Dracma? E, in tal caso, come evitare che la Grecia si allontani politicamente dall’Unione Europea per andare magari ad abbracciare le mire espansionistiche mediterranee di Putin?
Sono domande grosse, le cui risposte sono state finora evitate trincerandosi dietro la convinzione che la Grecia sarebbe stata salvata.
Sono domande da cui ne dipende un’altra, che aleggia nell’aria e si comincia ad intravedere dietro l’aumento che gli spread in questi ultimi giorni stanno subendo: se implode la Grecia, avverrà il contagio sugli altri anelli deboli dell’Eurozona (Spagna, Portogallo ed Italia)?