L'America tiene, l'Europa resta ai massimi
30/01/2015 08:42
lo scambio di ceffoni tra il nuovo governo greco e l’Unione Europea, che aveva impegnato l’attenzione dei mercati mercoledì e la prima parte della seduta di ieri, è arrivato qualche atto almeno un po’ distensivo, che riapre qualche fessura alla possibilità di compromessi onorevoli. Lascia ben sperare l’incontro avvenuto tra Tsipras ed il presidente del Parlamento Europeo Schultz, che ha rilasciato dichiarazioni molto incoraggianti sulla costruttività delle proposte greche e sulle possibilità del negoziato sul debito. D’altro canto deve aver fatto riflettere gli euro burocrati anche il nuovo atteggiamento della Grecia nei confronti della Russia. Il nuovo governo è contrario ad estendere le sanzioni verso la Russia ed ha già concretamente bloccato ieri la strada verso l’inasprimento, che molti stati europei vorrebbero adottare. Siccome però per queste decisioni è necessaria l’unanimità, il veto greco ha costretto l’UE al compromesso che stabilisce una estensione solo temporale delle attuali sanzioni che, invece che terminare a marzo, sono state prorogate fino a settembre. La Russia ha subito ringraziato offrendo alla Grecia aiuti umanitari e, tra le righe, anche un sostegno finanziario in caso di bisogno, infilando così un coltello tagliente nelle lacerazioni prodotte in questi giorni all’unità europea. Pertanto, siccome ieri hanno volato le colombe, i mercati hanno potuto tentare il recupero, che a fine giornata si è concretizzato nel rimbalzo, sia della Borsa greca che del settore bancario, di oltre un terzo di quel che si era perso mercoledì. La pressione resta comunque alta, anche perché prosegue la corsa agli sportelli per prelevare denaro e le agenzie di rating si affannano ad avvisare che si stanno preparando ad abbassare il già basso rating della Grecia, in mancanza di progressi nelle trattative con Bruxelles. Del resto i titoli di stato non hanno partecipato al rimbalzo, estendendo ancora i rendimenti su tutte le scadenze.
Gli indici Europei, pur tra oscillazioni, hanno deciso di vedere il bicchiere della giornata mezzo pieno, ed hanno scelto di recuperare anch’essi e riportarsi vicini ai massimi di lunedì. In America l’apertura di giornata è stata piuttosto pesante, grazie all’arrivo di altre trimestrali in chiaroscuro ed agli strascichi dell’interpretazione del comunicato del FOMC di mercoledì sera, che era risultato più severo del previsto ed aveva causato una bordata di vendite nel finale di seduta.
L’indice di riferimento principale SP500 è così sceso fino al supporto di 1.990, che aveva già contenuto la negatività a metà gennaio. Qui però, ancora una volta, sono arrivati i compratori, che hanno preso il controllo della seduta, invertendone il segno ed estendendo a fine giornata il recupero fino a quota 2.021, livello ora ben lontano dalla zona pericolosa.
Dato il forte rimbalzo, è presumibile che oggi la positività permanga nel mercato, specie se anche il petrolio riuscirà ad estendere il rimbalzo iniziato ieri e non arriveranno troppe altre trimestrali deludenti. L’azionario USA potrebbe ridurre assai la negatività della settimana e riportarsi in prossimità del bordo superiore del trading range, che ormai appare ben formato tra 1.990 e 2.065.
Vedo meno possibilità di fare sfracelli per le borse europee, che di fatto non hanno significativamente stornato e continuano a presentare eccessi non riassorbiti. Comunque credo che la chiusura di settimana sarà tranquilla anche in Europa.
Sempre che i mattacchioni greci non decidano di animare le giornate di borsa con dichiarazioni e provvedimenti ad effetto.