Vola Colomba!
19/06/2014 08:29
Ieri era il giorno della FED, che avrebbe dovuto riportare un po’ della volatilità smarrita. Così è stato.
Nel commento di ieri ho affermato che avremmo visto movimento qualunque cosa avesse scritto la FED e detto la sua Presidente Yellen. Infatti. La comunicazione della FED ha confermato pienamente le attese mie e dei più. Niente di nuovo sui tassi, riduzione di 10 miliardi nell’ammontare mensile di acquisto di Bond, revisione al ribasso significativa (dal 2,8-3% al 2,1-2,3%) della previsione di crescita del PIL USA nel 2014 e conferma al 3-3,2% della previsione per il 2015. Per finire Yellen ha rassicurato che i tassi rimarranno a zero ancora a lungo dopo che il tapering si sarà concluso e che l’inflazione non è ancora un problema. Risultato: l’unica novità è la revisione al ribasso della crescita, che però viene chiaramente presentata come un incidente di percorso passeggero e senza conseguenze.
E’ evidente il tenore rassicurante della comunicazione, che in effetti è riuscita a far riprendere ai mercati quella fiducia che da una settimana era in stand-by. Nella parte finale della seduta, dopo aver apprezzato il volo della colomba, il mercato ha applaudito da par suo. L’indice SP500 è salito a candela nell’ultima ora e chiudendo sui massimi con un +0,77%, è arrivato a 1.957, che è il nuovo record storico. Fine della mini-correzioni e pronti per un altro impulso rialzista che avvicinerà ancora quella quota 2.000 che pare sempre più come l’obiettivo dell’anno.
Abbiamo così avuto un’altra manifestazione di come i mercati vedano quel che piace vedere e trascurino quel che disturberebbe il sogno.
A mio parere molto non quadra nell’immagine che la colomba Yellen ha voluto trasmettere. Se vogliamo interpretare i fatti in modo meno edulcorato, dobbiamo notare che, se l’unica novità è stata la revisione della stima di crescita della FED, significa che la FED ha preso atto di aver sbagliato. Ma confermando per il futuro la medesima crescita precedentemente stimata, si candida a sbagliare ancora. C’è infatti una chiara incongruenza tra previsioni scritte e parole di Yellen, che forse agli operatori è sfuggita. Yellen ha affermato che il passo falso del primo trimestre sarà seguito da una immediata ripresa della crescita nell’attuale trimestre ed una prosecuzione nei successivi ad un “ritmo moderato”. Qui sta l’inghippo. Dato che il PIL del primo trimestre è stato colpito da una caduta terrificante, che dovrebbe essere sancita intorno a -0,5% trimestrale (-2% annualizzato) dalla stima definitiva che verrà diramata mercoledì della prossima settimana, per avere un PIL 2014 al centro della forchetta delle nuove previsioni FED (2,2%) bisognerà che i 3 trimestri mancanti del 2014 realizzino una crescita media dello 0,9% trimestrale (equivalente al 3,6% annualizzato). Una crescita simile non è moderata, ma eccezionalmente sostenuta e decisamente sopra il potenziale americano. Delle due una: o una crescita simile non ci sarà, ed allora la Yellen in autunno rivedrà nuovamente e mestamente al ribasso le stime oggi troppo ottimistiche, oppure la prolungata accelerazione oltre il potenziale farà partire spinte inflazionistiche piuttosto consistenti, ed allora la FED si potrebbe trovare costretta ad una brusca accelerazione della stretta monetaria. Le parole della Yellen sono la ripetizione del classico giochino che tanto piace ai mercati. Previsioni ottimistiche e revisioni a posteriori, per poter continuare a sognare. Intanto lo si rifornisce di droga monetaria per aiutare l’estasi allucinatoria. Quel che disturba il sogno lo si fa emergere solo a posteriori e lo si presenta come transitorio incidente di percorso. La presa in giro dell’intelligenza dura fino a quando la maggioranza ci crede. Poi ci sarà il crollo. Che potrà sempre essere presentato all’opinione pubblica come un terremoto che, per definizione, è imprevedibile.
Si riesce così tranquillamente a far andare a braccetto rendimenti sui bond decennali al 2,6% con un’inflazione al 2% e stime di crescita al 3,6%. E’ semplicemente pazzesco. Ma non nel mondo della “Realtà Aumentata” dentro cui sguazzano le speculazioni dei mercati, incoraggiate dalle banche centrali in mano alle colombe.