Il giorno del Miracolo Italiano
12/03/2014 09:05
Dopo tanto salire, Wall Street si è presa ieri la prima pausa dopo 6 giorni di accarezzamento dei massimi.
Non possiamo ancora parlare di inizio di correzione, però sembra emergere, con l’avvicinarsi del referendum in Crimea, previsto domenica prossima, un predominio dei venditori, che realizzano i lauti guadagni messi a segno in mesi di incessante salita.
L’Europa ieri ha tentato il rimbalzo, ma al termine della seduta i freni sono stati tirati dopo avere verificato che l’aria proveniente dagli USA non era poi così primaverile.
Il Ftse-Mib ieri ha quasi raggiunto i 21.000 punti, poi si è adeguato alla cautela generale ed ha stornato gran parte dei guadagni. Spicca agli occhi degli esterrefatti osservatori il caso Unicredit, che ha guadagnato oltre il 6% nel giorno in cui il Consiglio di Amministrazione ha comunicato un bilancio shock per il 2013, con una perdita di 14 miliardi di euro su 24 di ricavi. A pesare è la vasta opera di pulizia, con ingenti accantonamenti per coprire i rischi su una enormità di crediti ormai oltre la sofferenza. Ci dicono che il mercato ha premiato il fatto che è stato escluso l’aumento di capitale.
E’ un po’ come se Tizio festeggiasse l’essersi rotto la testa, poiché avrebbe potuto rompersi anche le gambe.
Questi comportamenti la dicono lunga sul grado di euforia raggiunto dal mercato, dominato dai grandi fondi hedge americani e dalle banche d’affari, che con la stessa foga con cui due anni fa vendevano tutto quel che profumava di Italia, oggi fanno ressa a comprarlo, anche a dispetto del buon senso.
Saranno forse ipnotizzati anch’essi dal fascino del nostro premier, che oggi dovrebbe compiere il miracolo annunciato da giorni: la creazione di 10 miliardi di euro da regalare agli italiani (ma non a tutti, vedremo…) senza passare per l’aumento del deficit.
Roba da far invidia a quel tale che a Cana di Galilea trasformò l’acqua in vino.
Ci torneremo nel commento di domani, a bocce ferme, perché è inutile sprecare energie a commentare anticipazioni che cambiano ogni 5 minuti a colpi di twitter. Ieri intanto il Mago Fiorentino se l’è vista brutta, quando alla Camera l’emendamento degli alfaniani per introdurre le preferenze nella riforma elettorale è stato bocciato per soli 35 voti, con ampio ventaglio di franchi tiratori del suo stesso partito. La strada dell’approvazione definitiva dell’Italicum, quando arriverà al Senato, si fa assai tortuosa e tutt’altro che sicura.
Oggi dall’Asia vengono segnali di storno, con l’indice Nikkei che lascia sul campo il -2,6%. Si preannuncia una mattinata difficile e, se le Borse USA continueranno a stornare, anche il pomeriggio.