Scherzi a Parte
03/10/2013 08:25
La frase che apriva ieri il mio commento (“Quando si ha a che fare con il Cavaliere tutto può succedere e fino all’ultimo”) non era dovuta a scaramanzia, ma all’esperienza del passato che tutti gli italiani della mia età dovrebbero avere.
Nel giorno della resa dei conti interna sulla fiducia al Governo Letta era attesa la sua sconfitta definitiva. Doveva recitare la parte del Giulio Cesare tradito da un manipoli di Bruti ed abbandonato in pasto alla Magistratura Comunista, ma il grande cabarettista ha mostrato al mondo, tra lo sbigottimento generale, l’ennesimo geniale colpo di teatro, al punto da far pronunciare a Letta, secondo quanto riferisce il gossip parlamentare, uno stupefatto complimento (“Grande..!”).
Dopo aver cercato inutilmente fino all’ultimo di convincere il coriaceo e apparentemente dopato Angelino Alfano a recitare la solita parte dello “yes man”, una volta constatato che una quota significativa del suo partito aveva già le valigie pronte per costituire un nuovo gruppo parlamentare “moderato doc, prossimamente DC”, ha spiazzato l’uditorio e rovinato la festa a Letta, dichiarando: “Abbiamo deciso di esprimere un voto di fiducia a questo governo". Come dire: “Italiani! Siete su Scherzi a parte!”.
Come interpretare l’ennesima giravolta? Come l’ultimo azzardo di un uomo che ha perso l’uso della ragione? Oppure come una astuta mossa da giocatore di poker per ribaltare ancora una volta la situazione grazie all’effetto sorpresa? E’ stata certamente una mossa figlia della disperazione, che sancisce la sua sconfitta e ridicolizza il suo ruolo di leader ormai a rimorchio. Ma è l’unica mossa rimastagli per tentare di restare ancorato al seggio di senatore ancora per qualche giorno e provare a recuperare i dissidenti, provocando così un bel fastidio a Letta, che potrebbe non riuscire a toglierselo dai piedi tanto in fretta. Le manovre di ricucitura interne al PDL infatti sono partite istantaneamente ed i primi risultati evidenziano che il gruppo degli ammutinati perde già i pezzi. Se è vero che alcuni, capitanati da Cicchitto alla Camera e nientepopodimeno che il Celeste Formigoni al Senato, costituiranno gruppi separati dal PDL, pare già iniziata la manovra di rientro tra le righe per i ministri e lo stesso Alfano, che, finito l’effetto del doping, sta già riflettendo sull’importanza dell’unità ritrovata nel partito grazie al ritorno alla ragione da parte del Capo.
Se il Cavaliere riuscisse a ripristinare una parvenza di leadership nel partito, allora potrebbe ancora per un po’ puntare alla “rappacificazione nazionale” (traduzione: salvacondotto per lui e le sue aziende) e riprendere la tiritera delle minacce e delle richieste che occupa le pagine politiche dei giornali dalla primavera scorsa.
Ha un bel dire Letta che ieri è stata ritrovata una nuova maggioranza più coesa di prima, pronta a sostenere il governo fino al 2015 e realizzare le mille riforme rinviate.
Voglio proprio vedere che succederà nel Governo quando il Senato tra un paio di settimane voterà la decadenza del clown.
Insomma: nel papocchio venuto fuori ieri dal pentolone della politica italiana è difficile individuare chiare sconfitte, ma è altrettanto difficile vedere chiari vincitori. Berlusconi perde ma non viene travolto, e soprattutto può giocarsi una difficile ma non impossibile rivincita. Il Governo Letta esce vivo ma non trionfante, poichè il Caimano continuerà ad aggirarsi per le stanze di Palazzo Chigi. Gli ammutinati del PDL non sono neanche riusciti a contarsi e per andarsene non potranno usare il pretesto dell’irresponsabilità di Berlusconi, che ha votato come loro. Il PD, che buca il video solo quando litiga, è rimasto zitto ad applaudire Letta e non si capisce quale ruolo giochi oltre a quello solito di portare i bagagli di tutta la maggioranza.
Il mercato deve essere andato in confusione con riflessioni simili quando, dopo essere salito di quasi il 2% nell’imminenza del voto sulla fiducia, scontando una chiara vittoria di Letta e la fine politica del comico involontario, è stato letteralmente spiazzato dalla giravolta a sorpresa ed ha cominciato ad arretrare fino a chiudere la seduta senza grande entusiasmo.
Del resto se pensiamo ai prossimi giorni c’è da farsi venire i brividi. Con l’urgenza di trovare le coperture per l’IMU, i cassintegrati, le missioni all’estero e tutte le altre promesse rinviate, e l’imminenza della scrittura della Legge di Stabilità, il Governo subirà l’assalto alla diligenza del Tesoro per farsi perdonare dagli italiani l’entrata in vigore dell’aumento dell’IVA, con conseguente sforamento del deficit e dure battaglie con la Commissione UE, oppure nuove tasse per trovare le coperture necessarie.
Alla fin fine il maggior sconfitto rischia di essere, tanto per cambiare, il popolo italiano, costretto a bersi la stessa minestra dei mesi passati, fatta di chiacchiere, riforme finte e tasse vere, fino alla prossima sceneggiata parlamentare.