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Sfida Finale
30/09/2013 09:05

Il week-end di follia che ha vissuto il nostro paese sta preoccupando il mondo, insieme alla nuova sfida tra Obama e il Parlamento americano sul tetto del debito USA.
Stamane tutte le borse asiatiche (eccetto la Cina, che da tempo segue strani ed indipendenti percorsi) arretrano abbastanza pesantemente per le conseguenze che potrebbe avere la crisi di governo italiana, maturata mentre Letta parlava all’ONU magnificando la stabilità politica ritrovata dal nostro paese col governo delle larghe intese ed ufficializzata sabato pomeriggio col ritiro della delegazione berlusconiana al governo.
Tuttavia, pur nell’incertezza del momento per i destini politici immediati del nostro paese, credo che il pessimismo asiatico potrebbe essere eccessivo e giustificato dalla distanza che intercorre tra la mentalità lineare dell’estremo oriente ed il genio italico, che anche in politica si esprime con una moltitudine di soluzioni fantasiose e di scappatoie mentali.
Perché il Cavaliere abbia deciso l’accelerazione finale, giocandosi il tutto per tutto con una mossa imprevista, almeno nei tempi, è chiaro a chiunque abbia frequentazioni informative appena più ampie della lettura del Giornale di Sallusti o dell’ascolto dei tg delle 3 reti Mediaset. Nei giorni scorsi sono emerse prove su nuovi reati commessi dal Cavaliere negli anni della compravendita di voti e donne. Ben 3 procure (Milano, Bari e Napoli) stanno approfondendo indagini nei suoi confronti. La decadenza da Parlamentare, se venisse votata dall’aula del Senato gli toglierebbe l’immunità parlamentare e, come qualunque cittadino che possa fuggire o inquinare prove non ancora accertate, verrebbe probabilmente arrestato, come i suoi complici in affari (Tarantino, Lavitola e De Gregorio) da qualcuna di queste tre procure. Ecco quindi l’esigenza di far saltare subito il Parlamento per evitare la decadenza ed ottenere qualche mese di libertà, dato che l’immunità prosegue in tal caso fino all’insediamento della prossima legislatura.
Dopo qualche ora di sbalordimento ed incredulità per l’accaduto, la notte tra sabato e domenica deve aver portato consiglio a più di uno dei suoi fedelissimi, oltre ad evidenziare la potenza dell’adesivo che unisce le poltrone di governo alle nobili chiappe degli occupanti.
Ad uno ad uno i ministri PDL, che il giorno prima, dimettendosi, avevano dato pubblica attestazione di fedeltà al loro padrone, eseguendo un ordine partito da Arcore dopo un pranzo tra il capo, l’avvocato, due falchi e una pitonessa, hanno cominciato a riflettere sulle sorti del partito e sulle loro personali aspirazioni, facendo emergere un embrione di dissenso politico in grado forse di fermentare all’interno della folla dei servi che hanno firmato le dimissioni in bianco da senatore.
La sfida tra Silvio, con i suoi fan, e l’ingrata ed illiberale Italia in mano ai giudici comunisti, che lo vuole brutalmente punire dopo tutto il bene che Lui ha fatto per Lei, rischia di trasformarsi da oggi fino a mercoledì nella sfida tra le due anime del neonato e neo-moribondo partito Forza Italia. Da un lato i falchi, pronti a morire con Silvio, perché senza di lui la loro esistenza politica non sarebbe neppure iniziata e non avrebbe alcuna possibilità di proseguire. Dall’altro le cosiddette colombe, che stanno valutando le dolci melodie delle sirene centriste. Casini e vari montiani si sono improvvisamente risvegliati dal torpore che da mesi li attanaglia, dopo le sventole elettorali (Monti dorme ancora) e cominciano ad adularle con la possibilità di fondare un nuovo centro-destra europeo, educato e ben incastonato nel partito popolare europeo, in grado di accogliere le istanze dei moderati che siano veramente moderati e lasciare il Cavaliere da solo a scontare le sue pene.
Non è un caso che la verifica “immediata” della fiducia in Parlamento al governo Letta si faccia solo mercoledì. Tre giorni di attesa non appaiono propriamente una manifestazione di fretta. I tre giorni servono a cucinare il piatto avvelenato del tradimento che sarà servito al Cavaliere, quando mercoledì potrebbe scoprire che molti dei suoi ex servi, tra cui il maggiordomo emancipato Angelino, avranno più fiducia nel “comunista” Letta che nell’antico padrone.
Vedremo tre giorni di battaglia attorno e dentro il castello del sovrano di Arcore. L’ammutinamento della ciurma di Silvio ha il sapore della sfida finale.
Il futuro immediato del nostro paese ormai dipende solo da quanti scenderanno dal Concordia di Arcore per altre più tranquille navigazioni. Se saranno meno di 20 Silvio avrà vinto la sua personale battaglia. La crisi si abbatterà sul nostro spread e sulla capacità di fare la Legge di Stabilità. Probabilmente i mercati ci puniranno e l’Europa la farà al posto nostro, con assai poco rispetto per le lacrime e sangue che ancora dovremo versare per rimanere nel recinto dei conti in equilibrio.
Se invece saranno più di 20, e Letta otterrà la fiducia, non avremo ugualmente alcuna possibilità di uscire troppo dal recinto europeo in cui siamo rinchiusi, ma si risolverà probabilmente in via definitiva  l’eterna partita del ventennio. Berlusconi sarà scaricato dalla scena politica e finirà i suoi giorni tra processi e arresti domiciliari. L’Europa si libererà di uno scomodo guitto e l’Italia non avrà più scuse per cominciare a fare sul serio. Sempre che ne sia capace e che non preferisca cercarsi una altro guitto. Personalmente ho molti dubbi.

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