Dibattito aperto tra rialzisti e ribassisti

08/12/2003

In settimana ho ricevuto un’interessante e-mail di Valter, affezionato lettore di Classic, il quale torna sul problema affrontato sullo scorso numero 91: il movimento ribassista di lungo periodo è finito oppure ci attendono ulteriori scivoloni?

La riporto pressoché integralmente, poiché rappresenta un documentato e tecnicamente molto valido contributo all’analisi di lungo periodo dei mercati azionari.

“Vorrei sottoporre alla sua attenzione una considerazione in merito alla portata del minimo raggiunto dai mercati azionari nella scorsa primavera: è stato, oppure no, un minimo di lungo periodo?. Come dire: da quel momento può essere iniziato un nuovo trend rialzista? 

Rifacendomi alle mie conoscenze della legge di Dow, ci sembrano essere degli elementi a suffragio dell' ipotesi che il rialzo di questi mesi sia stato proprio un' onda "1": notizie e dati abbinati a commenti improntati alla cautela; dati incerti sulla ripresa economica; scetticismo di una parte degli addetti ai lavori; mercato che sale senza strappi eccessivi e continua a salire. 

Adesso si stanno affrontando "resistenze" significative (area 27.000 del MIB30) e qualche investitore privato, ingabbiato dalla primavera del 2000, timoroso di vedere i prezzi ritornare sui minimi già fatti, preferisce vendere e liquidare le posizioni, assorbendosi perdite anche di rilievo. Non c'è un movimento collettivo, ma qualcosa si muove. L' unico aspetto che mi lascia dubbioso sul fatto del minimo di marzo 2003 è che non è successo come nel settembre 1992: vendite da panico sui titoli più importanti, con variazioni significative nei prezzi ma con numero molto limitato di titoli scambiati.

Sotto un profilo squisitamente tecnico, mi pare che lo svilupparsi di un' onda correttiva, di tipo "2", con minimo appena superiore a quello di marzo potrebbe essere la conferma di un nuovo trend rilazista.”

Direi che l’analisi di Valter non fa una grinza. Infatti se la correzione che si svilupperà riuscirà a non sfondare i minimi di ottobre 2002, potrà essere classificata come onda “2”. Sarà però necessario che dopo tale correzione si sviluppi una onda rialzista di notevole portata, con caratteristiche impulsive ed in grado di superare di gran lunga il massimo di onda “1” (attualmente in corso, secondo Valter). Il che significa che saranno violati i livelli massimi ottenuti nel 2002 (area 33500 per il nostro Mib30 ed area 1170 per SP500). Si giunge quindi alle mie stesse conclusioni, cioè che quei livelli sono resistenze di fondamentale importanza.

Non possiamo inoltre ancora escludere che, rimanendo inviolate tali resistenze, si possa verificare una ulteriore forte ondata ribassista che riesca a violare i minimi di ottobre 2002. In tal caso saremmo costretti a classificare l’attuale movimento rialzista in corso come onda “4” correttiva del movimento ribassista e tale impulso negativo come onda “5” finale del mercato orso in grado forse di portarci fino ai terribili livelli citati nell’articolo.

E’ proprio ciò che scrive Valter a preoccupare: la fine dei crolli si caratterizza per assenza di ottimisti e scene terribili di panico, seguite da prolungata disaffezione per la Borsa. Inoltre i prezzi raggiungono livelli che se rapportati agli utili dimostrano notevole sottovalutazione (livelli medi di P/E inferiore a 15).

Ebbene, nel 2002 di panico se ne è visto un po’, ma certo non in dosi da cavallo. Inoltre gli ottimisti non sono mai mancati e stanno facendo sentire la loro voce con questo rialzo così prolungato da far riparlare di nuova bolla speculativa, dato che sul mercato Usa il rapporto medio P/E non è ancora mai sceso in questi tre anni di mercato orso sotto quota 20.