Sono passati due mesi dall’ultimo articolo pubblicato su questa rubrica e la situazione dell’economia mondiale si è modificata in modo apprezzabile, anche se i mercati sembrano almeno in parte voler continuare a vivere nel mondo artificiale dell’economia finanziaria, che frequentemente si permette per lunghi periodi di prescindere dall’economia reale.
In grossa sintesi i mesi estivi ci hanno portato indicatori reali di congiuntura orai chiaramente volti verso una rilevante decelarazione del ritmo di crescita. Non possiamo ancora ipotizzare che l’economia americana sia avviata verso “la brutta parola che comincia per R”, come laggiù chiamano la recessione per esorcizzarla.
I dati preliminari del PIL USA ci hanno trasmesso una rilevazione del secondo trimestre appena al di sotto del 3% (su base annua). Non è certo recessione, ma non è più il 5,6% del primo trimestre.
Riguardo alle prospettive trimestre in corso, molti indicatori anticipatori disegnano una prospettiva di ulteriore rallentamento e gli esperti ipotizzano un livello tra il 2 ed il 2,5%.
Quel che è curioso è l’incapacità delle altre economie da più tempo sviluppate di prendere il timone della crescita lasciato dagli USA. Cominciano a manifestarsi sintomi di rallentamento anche nel ciclo economico di Eurolandia e del Giappone, benchè in questi paesi la crescita sia molto più giovane e meno impetuosa di quella americana.
Gli economisti del FMI e delle principali istituzioni mondiali in questi giorni, al meeting di Cernobbio, ci hanno dispensato previsioni ottimistiche sull’economia mondiale del 2006, affermando che crescerà ancora a livelli record e più di quanto previsto qualche mese fa. Tuttavia se leggiamo con un po’ di attenzione le loro analisi, da un lato ci confermano che la velocità del treno mondiale è dato soprattutto dall’enorme accelerazione dei paesi neo-capitalisti, che crescono al ritmo del 10% annuo, e dalla fiammata di inizio anno degli USA. Il contributo di Europa e Giappone è appena migliore di quello fornito in passato, quando queste due aree crescevano a ritmi inferiori all’1%.
Secondo aspetto da non sottovalutare, tutti danno ormai per certo l’avvento di un po’ di trimestri in decelerazione.
Si tratterà di vedere quanto profondo sarà il segno lasciato sull’economia americana dalla recente manovra di rialzo dei tassi, che appare ormai conclusa, almeno nelle intenzioni di Bernanke. Si tratterà anche di vedere se lo sgonfiamento della bolla sul immobiliare americano avverrà gradualmente oppure se farà il botto. A seconda di come le varie scuole di pensiero rispondono a queste domande, troviamo ipotesi di atterraggio morbido e veloce ripartenza della crescita, oppure timore di recessione, che potrebbe anche ripercuotersi a livello mondiale se tutto andrà storto.
Si tratta comunque di risposte che i fatti ci forniranno nei prossimi mesi.
Teniamo comunque presente che nelle prossime settimane gli elementi macroeconomici più seguiti dal mercato, perché in grado di fare la differenza rispetto alle ipotesi sul tavolo, saranno i dati sul mercato immobiliare e sulla fiducia dei consumatori USA. Da lì potrebbe venire il segnale che il consumatore americano, che non ha mai smesso finora di spendere ed indebitarsi, potrebbe avere il fiato corto e decidere di fermare un po’ il proprio consumismo. Allora sarebbero dolori.
La settimana in corso presenta pocghi appuntamenti macro.
Segnalo come principali quelli di mercoledì, relativi a Produttività ed indice dei direttori agli acquisti ISM provenienti dall’America.
MARKET MOVERS dal 5 al 8 Settembre 2006
Quelli che seguono sono gli avvenimenti economici della settimana che considero più importanti, cioè quelli che con maggiore probabilità sono destinati ad influenzare l’andamento dei mercati. In USA tali avvenimenti vengono chiamati “Market Movers”. Chi desidera consultare l’elenco completo degli avvenimenti macroeconomici della settimana può accedere al seguente link internet: http://www.bancaintesa.it/ist/jsp/HP_UfficioStudi.jsp. Chi desidera l’elenco degli appuntamenti societari americani lo può trovare qui: http://money.cnn.com/news/companies/firstcall/.
Giorno |
Ora |
Dove |
Evento |
Preced. |
Previs. |
Commento |
Mar. 5 |
11:00 |
EUR |
PMI composito agosto |
58,5 |
|
|
|
11:00 |
EUR |
Vendite al dettaglio luglio m/m |
+0,5% |
-0,3% |
|
Mer. 6 |
10:00 |
GER |
Ordini all’industria luglio m/m |
-0,5% |
+1% |
|
|
14:30 |
USA |
Costo del lavoro 2° trim. t/t a |
+4,2% |
+3,8% |
|
|
14:30 |
USA |
Produttività non agr. 2° trim. t/t a |
+1,1% |
+1,5% |
Positivo se aumenta |
|
16:00 |
USA |
Indice ISM non manifatt. giugno |
54,8 |
55 |
Positivo se non cala |
|
20:00 |
USA |
La FED pubblica il Beige Book |
|
|
|
|
|
USA |
Riserve petrolio settimanali |
332,8 mln |
|
|
Gio. 7 |
12:00 |
GER |
Produzione Industriale luglio m/m |
-0,4% |
+0,5% |
|
|
14:30 |
USA |
Sussidi disoccupazione settimanali |
316.000 |
312.000 |
|
Ven. 8 |
21:00 |
USA |
Credito al Consumo luglio |
10,3 mld $ |
7,5 mld $ |
|
Legenda: In neretto i dati più importanti; a/a= anno su anno; m/m= mese su mese; t/t= trimestre su trimestre; t/t a= trimestre su trimestre annualizzato; ann. = dato annuo; prel.= preliminare; rev.= revisione; def.= definitivo; Preced.= ultimo dato pubblicato; <= minore; >= maggiore; Previs.= media previsioni analisti; mln= milioni; mld= miliardi; $=dollari Dati tratti da Ufficio Studi Banca Intesa; Bloomberg, CNN. Commenti di Borsaprof.it |
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