La settimana dell’inflazione è passata senza danni. Infatti sia l’inflazione americana al consumo, sia quella europea hanno mostrato una crescita più contenuta che in passato e sostanzialmente in linea con le attese di moderazione degli esperti. L’evento ha riportato molti operatori a discutere su che cosa farà la Federal Reserve nei prossimi mesi, dal momento che un rialzo del tasso ufficiale al 4,75% nella prossima riunione del 28 marzo (la prima dell’era Bernanke) è dato per certo. Fino a qualche giorno fa veniva considerato certo anche un aumento al 5% entro giugno e qualcuno si azzardava ad ipotizzare approdi a livelli superiori. Ora il mercato sembra meno convinto di tale scenario, dando addirittura qualche probabilità ad un arresto della manovra al 4,75%.
In Europa la sensazione dei mercati e degli esperti è invece maggiormente orientata ad un proseguimento più marcato della tendenza al rialzo dei tassi da parte della BCE, anche perché l’obiettivo di inflazione al 2% è superato da qualche mese e non ci sono attese di un rientro al di sotto di tale livello nei prossimi mesi.
La conseguenza di tali previsioni sono state ovviamente favorevoli per i mercati azionari, che hanno proseguito nel loro euforico rialzo beandosi della bassa inflazione. I mercati obbligazionari invece, pur rimanendo impostati al ribasso, sono leggermente rimbalzati a causa dell’affievolimento del pessimismo sui tassi. A dire il vero si sono comportati meglio i Bonds americani che quelli europei, anche perché in Europa le attese sui tassi permangono abbastanza fosche. Il fatto che i mercati scontino una riduzione progressiva dello spread tra i tassi americani ed europei ha ovviamente penalizzato il dollaro, che negli ultimi mesi si è rafforzato molto sull’euro a causa proprio dell’allargamento di questo spread, che ora sembra voler invertire la direzione. L’euro si è perciò riportato assai vicino ai massimi di quest’anno in area 1,23.
La settimana corrente è abbastanza tranquilla e senza grossi dati. Di qualche rilievo soltanto i prezzi alla produzione USA, attesi martedì, e gli ordini di beni durevoli, che arriveranno venerdì.
Sarà forse di maggior interesse l’intervento di Bernanke.
MARKET MOVERS dal 20 al 24 Marzo 2006
Quelli che seguono sono gli avvenimenti economici della settimana che considero più importanti, cioè quelli che con maggiore probabilità sono destinati ad influenzare l’andamento dei mercati. In USA tali avvenimenti vengono chiamati “Market Movers”. Chi desidera consultare l’elenco completo degli avvenimenti macroeconomici della settimana può accedere al seguente link internet: http://www.bancaintesa.it/ist/jsp/HP_UfficioStudi.jsp. Chi desidera l’elenco degli appuntamenti societari americani lo può trovare qui: http://money.cnn.com/news/companies/firstcall/.
Giorno |
Ora |
Dove |
Evento |
Preced. |
Previs. |
Commento |
Lun. 20 |
08:00 |
GER |
Prezzi alla Produzione gen. A/a |
+5,6% |
+5,3% |
|
|
16:00 |
USA |
Superindice anticip. Febb. m/m |
+1,1% |
-0,3% |
|
Mar. 21 |
|
GER |
Prezzi al consumo marzo a/a |
+2,1% |
+2,0% |
|
|
14:30 |
USA |
Prezzi alla Produzione feb. m/m |
+0,3% |
-0,1% |
|
|
14:30 |
USA |
Prezzi alla Prod. (core) feb. m/m |
+0,4% |
+0,2% |
Negativo se oltre previs. |
|
|
USA |
Intervento di Bernanke |
|
|
Muove i mercati |
Mer. 22 |
|
USA |
Riserve petrolio settimanali |
340 mln barili |
|
|
Gio. 23 |
14:30 |
USA |
Sussidi disoccupazione settimanali |
309.000 |
308.000 |
|
|
16:00 |
USA |
Vendita case esistenti febbr. ann. |
6,56 mln |
6,50 mln |
|
Ven. 24 |
14:30 |
USA |
Ordini Beni Durevoli Feb. m/m |
-9,9% |
+1% |
Positivo se > di previs. |
|
16:00 |
USA |
Vendita nuove case febbr ann. |
1,23 mln |
1,21 mln |
|
Legenda: In neretto i dati più importanti; a/a= anno su anno; m/m= mese su mese; t/t= trimestre su trimestre; t/t a= trimestre su trimestre annualizzato; ann. = dato annuo; prel.= preliminare; rev.= revisione; def.= definitivo; Preced.= ultimo dato pubblicato; <= minore; >= maggiore; Previs.= media previsioni analisti; mln= milioni; mld= miliardi; $=dollari Dati tratti da Ufficio Studi Banca Intesa; Bloomberg, CNN. Commenti di Borsaprof.it |
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